Chi svolge una libera professione, purtroppo, si imbatte anch’egli in clienti insolventi; anzi si può affermare senza esitazioni che questa è una delle criticità più consuete per chi lavora in modo autonomo. I clienti insolventi tendono spesso a rinviare l’effettuazione del pagamento, magari adducendo difficoltà economiche, problemi lavorativi o la necessità di dover dare precedenza al pagamento di altri fornitori. Sta di fatto che il pagamento della prestazione viene evitato per lungo tempo e per il professionista diviene sempre più complesso riuscire a recuperare quanto gli è dovuto.
Che cosa si può fare dunque per evitare queste spiacevoli eventualità?
Anzitutto è necessario fare una distinzione: nel momento in cui professionista e committente si accordano per l’effettuazione di una prestazione, possono stipulare un contratto oppure possono accordarsi verbalmente. Si suggerisce di stipulare sempre contratti scritti, soprattutto laddove la prestazione sia economicamente importante, al fine di evitare che il vostro creditore possa contestarvi un domani sia il prezzo che la portata della commissione.
Il primo passo che il professionista deve compiere per recuperare quanto dovuto è quello di inviare al cliente una raccomandata con avviso di ricevimento o una PEC, in cui sollecita il pagamento della prestazione in un lasso di tempo specificato; può essere una scelta ragionevole, in questo caso, quella di dare al cliente insolvente non più di 15 o 20 giorni.
Nel caso in cui la prima raccomandata non sortisca l’effetto desiderato se ne può inviare una seconda, in cui si minaccia l’intervento di un legale e nel caso in cui il cliente non provveda al pagamento neppure in questo caso diviene palesemente un cliente insolvente. Di solito suggeriamo questo iter, quando il cliente ha con il professionista un rapporto continuativo e, prima di far intervenire un legale, è sempre opportuno intraprendere una strada sobria, per avere la certezza di non interrompere i rapporti professionali con un intervento troppo aggressivo. E’ certo che quando il professionista ha già la certezza dell’insolvenza del proprio cliente, è bene intervenire quanto prima con un legale di fiducia, perché nel recupero crediti vale sempre la regola della velocità e rapidità dell’azione di recupero. Più l’azione di recupero è rapida, maggiori sono le probabilità di ottenere il recupero del proprio credito.
Il primo passo che l’avvocato deve compiere è quello di inviare al cliente insolvente una lettera formale di intervento, in cui si intima il pagamento in tempi stretti ( di solito tre giorni) e , nel caso in cui anche questo step si riveli inutile, procedere al percorso giudiziale propriamente inteso.
In una simile situazione il legale sovente cerca di ottenere un decreto ingiuntivo, provvedimento attraverso il quale il Giudice intima il pagamento della fattura entro 40 giorni dalla notifica, oppure immediatamente qualora il credito sia stato riconosciuto dal debitore, promettendone il pagamento.
Quando il decreto ingiuntivo diviene esecutivo (per mancata opposizione del debitore, oppure perché durante la fase di opposizione il Giudice ha concesso l’esecutorietà al decreto) il cliente insolvente potrà essere “aggredito” dal pignoramento dei suoi beni.
Il professionista dal suo canto deve essere impeccabile se vuole evitare contestazioni del proprio operato che potrebbero pregiudicare il recupero del credito; dunque deve consegnare il lavoro richiesto dal cliente entro i termini stabiliti dal contratto adempiendo diligentemente al proprio mandato.
Un suggerimento molto prezioso che raccomandiamo sempre è quello di conservare la corrispondenza intercorsa con il proprio cliente; ma soprattutto, raccomandiamo che nella corrispondenza via mail, solitamente veloce e rapida, venga sempre richiamato per intero il contenuto degli accordi presi magari telefonicamente, in modo che qualora dovesse essere prodotta in giudizio la stessa abbia un contenuto chiaro e facilmente interpretabile.
L’avvocato sempre con te!