Oggi parliamo dell’obbligo di installazione dei contatori e valvole di calore negli appartamenti.
L’argomento ha suscitato molti dibattiti a cui pochi hanno saputo dare risposte chiare e precise, scatenando un allarmismo ingiustificato.
La norma che ha introdotto quest’obbligo è la direttiva UE 2012/27/UE, recepita nel nostro paese dal decreto legislativo n. 102 del 2014. Il decreto legislativo citato ha previsto un termine di scadenza, fissato al 31.12.2016, entro il quale tutti gli stabili con impianti comuni dovranno adeguarsi alla nuova disciplina e mettere a norma i propri impianti.
Mi sembra quindi giusto fornire agli amici del blog un quadro sui nuovi oneri in tempo utile, per permettervi, al caso, di procedere con la messa a norma dell’impianto di riscaldamento.
L’art. 9 del D.Lgs. 102/14 dispone, udite udite, il dovere “dell’installazione di dispositivi per la termoregolazione e la contabilizzazione del calore in tutti gli impianti termici centralizzati, anche se già esistenti”.
Come sempre il Legislatore non brilla per facilità espositiva, e anch’io sovente m’impappino nel ripetere il nome prolisso e altisonante attribuito a dei modesti contatori, che servono a regolare e calcolare i consumi del riscaldamento.
Più semplicemente, la legge prevede che se il riscaldamento, il raffreddamento o l’acqua calda sono forniti da una caldaia centralizzata, devono essere installati contatori individuali e valvole termostatiche in ogni appartamento.
In questo modo ciascun proprietario, non solo potrà regolare la temperatura nel proprio immobile, ma soprattutto pagherà solo per il consumo effettivo. Di conseguenza, verrebbe meno la ripartizione dei consumi energetici secondo la tabella millesimale appositamente creata per dividere tra i proprietari la spesa del riscaldamento.
Grazie ai contatori molti appartamenti potranno finalmente evitare di subire le altissime temperature a cui sovente sono costretti dall’impianto centralizzato; oppure potranno evitare di essere eccessivamente riscaldati in giorni e orari in cui il proprietario è assente. Molti di coloro che abitano a Milano, città in cui vivo e che amo oltre misura, sanno benissimo che, laddove il riscaldamento è centralizzato, sovente le temperature sono tenute esageratamente alte, con davvero inutili sprechi…
Questi due accorgimenti (regolare il riscaldamento e monitorare i consumi), conseguiti da un unico apparecchio, dovrebbero in teoria diminuire la spesa e rendere efficienti i nostri palazzi, oltre ad assicurare la trasparenza e la precisione del consumo effettivo.
E tutti i proprietari saranno ben lieti dei risparmi che andranno effettivamente a fare, pur essendo stati costretti ad affrontare la spesa di installazione che, visti i tempi di vacche magre, se non fosse stata obbligatoria avrebbero probabilmente rinviato.
Qualora però l’installazione di un solo contatore per ogni appartamento non sia tecnicamente possibile, questi sistemi dovranno essere installati in ciascun calorifero di ogni abitazione.
In particolare ciò potrà accadere nei vecchi palazzi, perché in essi le tubature e i radiatori non sono separati dalle altre unità abitative, bensì sono collegati verticalmente ai caloriferi degli altri appartamenti.
A questo punto i costi a carico del proprietario potrebbe diventare eccessivamente alti, poiché il condomino dovrà installare un contatore per ogni singolo termosifone presente nell’appartamento.
Altri palazzi potrebbero invece esser dotati di riscaldamento a pavimento radiante, costituito da serpentine che corrono lungo tutto il piano, con continuità, da un appartamento all’altro. Anche in questo caso sarà estremamente difficile, se non impossibile, contabilizzare i consumi di un singolo appartamento.
In questi particolari casi il Legislatore nazionale, così come quello regionale (la Lombardia ha provveduto con la Del. n. X/3965 del 31/07/2015) hanno però previsto l’esenzione da tale obbligo quando l’installazione delle valvole/contatori risulta tecnicamente impossibile oppure quando i costi previsti sono spropositati rispetto ai vantaggi energetici conseguibili; insomma, quando la spesa non vale la resa, vi è l’esclusione dall’obbligo.
Per certificare questi ostacoli all’adozione delle valvole-contatori occorre dotarsi di apposita relazione tecnica del progettista o del tecnico abilitato, il quale dovrà valutare l’antieconomicità dell’installazione o l’impossibilità della stessa, in base ai parametri della norma UNI 15459.
Cari lettori, vi avverto che il Legislatore ha previsto sanzioni salate per il mancato adempimento, il cui importo è diverso da regione a regione; in Lombardia, ad esempio, va da 500 a 3.000 euro per appartamento; somma che sarà incassata direttamente dai comuni con più di 40.000 abitanti o dalle province per tutte le altre cittadine.
Il tema, come avrete capito, è spinoso e comporta comunque un’altra spesa per le tasche degli italiani, in un momento economicamente infelice. E pur vero che è possibile il recupero fiscale decennale, ma intanto i costi dovranno essere affrontati obbligatoriamente.
Avete domande su questo tema? Contattatemi e avrete tutte le risposte che vi occorrono.
A presto! L’avvocato sempre con te!

Federico Vittorio Bordogna nato il 21 Aprile 1970. Avvocato del Foro di Milano, marito e genitore di quattro figli. Laureato all’ Università degli Studi di Milano, appassionato di lettere e filosofia, ha maturato una ventennale esperienza in sede giudiziale prevalentemente nel diritto civile e commerciale conseguendo importanti risultati per aziende e privati.